L’entrata nel mondo del lavoro come libero professionista o imprenditore può essere un percorso impegnativo e complesso, soprattutto per quanto riguarda la scelta del regime fiscale più adatto.
Una delle opzioni che il fisco italiano mette a disposizione degli aspiranti lavoratori autonomi è il regime forfettario, che permette di semplificare la gestione contabile e fiscale dell’attività professionale.
Nell’articolo di oggi di Studio Geremia vediamo i vantaggi di questo regime fiscale, soffermandoci su caratteristiche e vantaggi.
Che cos’è il regime forfettario?
Il regime forfettario, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, è un regime fiscale agevolato dedicato alle partite IVA con ricavi e compensi annui non superiori a 85.000 euro, come da modifica dalla legge di Bilancio 2023.
Si tratta di una delle opzioni previste dalla normativa italiana per semplificare la gestione contabile e fiscale delle attività professionali, a beneficio soprattutto dei professionisti alle prime armi e di coloro che operano in settori ad alta concorrenza.
Chi può aderire al regime forfettario?
Possono aderire al regime forfettario le partite IVA con ricavi e compensi annui inferiori a 85.000 euro e che non siano titolari di partita IVA aperta per l’esercizio di attività d’impresa o di lavoro dipendente.
Inoltre, devono essere rispettati alcuni requisiti previsti dalla normativa, come l’obbligo di non emettere fatture per un importo superiore ai 20.000 euro a soggetti diversi da altri professionisti o imprese, l’impossibilità di detrarre le spese e l’applicazione di un’aliquota fiscale agevolata.
I vantaggi del regime forfettario?
Il regime forfettario offre diversi vantaggi per i professionisti che decidono di aderirvi. Innanzitutto, semplifica la gestione fiscale e contabile dell’attività professionale, eliminando la necessità di redigere la contabilità ordinaria e riducendo le obbligazioni dichiarative. Inoltre, prevede un’aliquota fiscale agevolata, pari al 5 o al 15% a seconda della categoria di appartenenza, che permette di ridurre la pressione fiscale sulle attività professionali. Infine, permette di avere una maggiore chiarezza sui costi e sui ricavi dell’attività, grazie alla definizione di una soglia massima di fatturato annuale.
Come aderire al regime forfettario?
Per aderire al regime forfettario, è necessario compilare l’apposito modello di opzione al momento dell’apertura della partita IVA o entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al primo anno di attività. Inoltre, è possibile optare per questo regime anche in un secondo momento, nel caso in cui si rispettino i requisiti per potervi aderire
È importante quindi rivolgersi ad un commercialista esperto che possa fornire tutte le informazioni necessarie e valutare attentamente la convenienza economica.
In generale, per aderire al regime forfettario, bisogna presentare la relativa domanda all’Agenzia delle Entrate attraverso il modello apposito. La scelta deve essere effettuata all’inizio dell’attività e la sua validità dura cinque anni. Al termine del quinquennio, è possibile chiedere di rinnovare l’adesione al regime forfettario per altri cinque anni.
Una volta aderito al regime forfettario, è importante rispettare le regole previste per questo tipo di regime. In particolare, è necessario:
- Effettuare la ritenuta d’acconto sui compensi corrisposti ad altri professionisti;
- Emettere fattura nei casi previsti dalla legge;
- Utilizzare il sistema dei corrispettivi per registrare le entrate e le uscite;
- Non superare il limite di fatturato stabilito per la propria attività.
In caso di superamento del limite di fatturato, è necessario optare per un altro regime fiscale e comunicarlo all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è importante tenere una corretta contabilità e conservare tutta la documentazione fiscale in modo da poterla esibire in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso si superino i 100.00 euro di ricavi/compensi, non sarà più possibile applicare il regime all’interno dello stesso anno. Per qualsiasi dubbio ti consigliamo di fare riferimento al sito dell’Agenzia Delle Entrate.